lunedì 14 maggio 2012

Lavorare in call center in una Repubblica fondata sul lavoro

Il tipico lavoro del giovane italiano è l'addetto ai call center, esso può occuparsi di una gran varietà di impieghi che vanno dalle assistenze alle assicurazioni, dagli help desk alle registrazioni, dalle offerte commerciali alle interviste. Di quest'ultimo caso mi sono occupato io, ponendo a Ramona (nome inventato) qualche informazione in più sul suo lavoro...


Ramona lavora a Lodi, ha ventuno anni e un attestato di qualifica di terza superiore, ma ci tiene a precisare che con lei lavorano circa altre quaranta persone di ogni tipo, dai giovanissimi ai genitori, dai laureandi agli studenti medi in cerca di qualche spicciolo per ripagarsi le tante spese e anche chi un titolo di studio non l'ha. È entrata nel mondo dei call center lo scorso anno, quando un'agenzia a cui aveva lasciato il curriculum l'ha ricontattata per un colloquio presso un'azienda del cremasco, a cui è subito seguito il colloquio finale presso la sede lavorativa.

Il primo contratto ha un termine standard, indipendentemente dal giorno in cui cominci a lavorare, che è il 31 Dicembre, dopodiché devi sperare abbiano ancora bisogno di te e che quindi rinnovino la tua permanenza in azienda; il lavoro consiste nel chiamare telefonicamente un gran numero di persone e proporre interviste di vario genere per conto di aziende terze, la gestione delle telefonate è completamente gestita da un software e l'operatore non deve quindi far altro che avviare e concludere la conversazione.

Ramona ha una bella parlantina, non prende un attimo di fiato mentre racconta, quindi è facile immaginarla con cuffie e microfono a parlare con la gente, eppure il suo mestiere la strema sotto diversi punti di vista, primo di tutti la paga, davvero discutibile: 5 € lordi all'ora, che però viene considerata solamente se vengono effettuate almeno venti chiamate (e ciò, mi spiega, succede sempre), più dai 0,50 a 1,25 € per ogni intervista portata a completamente a termine (questo invece risulta spesso difficile); i turni, che posso essere dalle 9.00 alle 12.45, dalle 14.00 alle 17.45 e dalle 18.00 alle 21.45, vengono distribuiti dal lunedì al venerdì, ma non vengono quasi più comunicati (mentre prima succedeva) ai lavoratori sino al giorno prima, sempre che l'impiego ci sia: Ramona mi spiega infatti che ormai di lavoro che n'è sempre meno, che i turni sono ridotti al minimo e che, di conseguenza, è impossibile pensare di poter campare facendo questo mestiere...

Mi ha aperto la sua agenda e sono rimasto allibito: dal primo dell'anno a fine Aprile non è riuscita a superare i tredici giorni di lavoro al mese e solo in Marzo le è capitato di lavorare per più di quattro ore al giorno.

Altro capitolo estenuante è quello delle condizioni lavorative: dalle pause sulle quali non esiste un minimo di flessibilità alla strumentazione estremamente mal funzionante; cuffie e microfono non dovrebbero essere la prima cosa da tenere sotto controllo? Invece, almeno dove lei lavora, parrebbe proprio di no: addirittura a volte è difficile capire quel che dice l'interlocutore, si sente solo da un orecchio o è necessario arrangiare con mezzi di fortuna le cuffie perché divengano usabili... È importantissimo inoltre ricordarsi che Ramona non ha alcun diritto a ferie o malattia e che, in sintesi, gli straordinari non possono mai essere fatti: se non lavori semplicemente non vieni pagato, poco importa che tu abbia bisogno di riposo, sia malato o che l'azienda quel mese (come ad Agosto) sia chiusa! Il tutto, unito alla paga da fame, immagino anche io debba essere davvero stressante...

Per non parlare della preoccupazione legata alla possibile chiusura dell'azienda: una sede milanese infatti chiuderà i battenti il prossimo Giugno, quindi per i lavoratori lodigiani rimane l'interrogativo del domani, che sembra prospettarsi ancora più difficile del presente.

È complicato terminare questo articolo, quel che c'era da dire è stato detto e spero che Ramona sarà soddisfatta di quel che ho riportato dalla chiacchierata con lei, ma rimangono un sacco di interrogativi: come si può pensare al futuro quando l'offerta lavorativa italiana è questa? Come si può pensare usare le persone in questo modo? È questo il tipo di lavoro a cui il Governo ha detto che dobbiamo abituarci? 

Soprattutto: ci siamo scordati del fatto che la nostra dovrebbe essere una Repubblica fondata sul lavoro?

martedì 8 maggio 2012

Amministritative 2012, considerazioni su Sant'Angelo

Avrebbero portato voti la certezza di un asilo pubblico, di uno spazio in cui i giovani potessero vivere la propria autonomia e la realizzazione di un registro di coppie di fatto? Sì. Prendo questi punti perché, fra quelli che io ho sempre cercato di proporre, sono sempre stati i più criticati.


Un asilo indispensabile, per cui sono stati ignorati i nostri studi di fattibilità ed invece di lavorare su quelli si è deciso di partire da zero e presentare i risultati entro un anno (o due, non ricordo, ma è indifferente). Un asilo che avrebbe fatto risparmiare 100 euro al mese a tantissime famiglie e che avrebbe portato una rivoluzione culturale permettendo di finirla coi finanziamenti alle scuole private quando le pubbliche cadono a pezzi o, peggio ancora, non esistono.

Certo non sarebbe facile ed immediato da ottenere, si potrebbe addirittura rischiare di creare aspettative troppo elevate ma, a questo mondo, chi ha ottenuto tanto si è sempre giocato tutto. Anche io vivo così e fin'ora me la sono cavata, nel bene e nel male...

Giovani in primo piano, è necessario che comincino a ripopolare la città, a prender decisioni, a crearsi le proprie regole, ad essere autonomi ed indipendenti da qualunque ente, associazione religiosa, gruppo politico preconfezionato... Tutti hanno promesso di puntare sui giovani, era ovvio, ma nessuno si è sporto più di tanto dal cornicione; io tempo fa lo feci, insieme ad altri miei coetanei, e siamo anche precipitati, ma l'abbiamo fatto prima di tutto insieme, credendoci, senza mezzo supporto delle istituzioni (che, anzi, ci hanno ostacolato in ogni maniera), spendendo un sacco di soldi e di energie per riuscire, nonostante tutto, a creare un'esperienza di autogestione e crescita molto forte, che ha coinvolto man mano persone in più, che a permesso ad altri giovani di emergere e che ha dato davvero qualcosa non solo a chi era lì ad organizzare e sbattersi, ma anche a chi, da fuori, poteva godere del nostro lavoro in serenità.


Tutto questo sarebbe stato riproducibile, in maniera anche più espansa, col supporto istituzionale ed io non ho dubbi che sarebbe stato un successo straordinario, che avrebbe dato vita alla città, portato gente da fuori e ridisegnato le prospettive di crescita, anche quelle commerciali.

Infine l'istituzione di un registro delle coppie di fatto, che unito ad una revisione completa della questione "alloggi sfitti" e dell'assegnazione delle case popolari avrebbe fatto brillare gli occhi ad un sacco di scontenti, avrebbe reso la vita più facile ad un sacco di coppie non sposate in difficoltà e sarebbe andato a braccetto col proposito (purtroppo non di tutti, ad esempio non di chi ha vinto) di limitare l'espansione edilizia, ricordando alla gente ciò che già esiste in centro città e non solo.


Tutti argomenti difficili (insieme ad altri che non sto ad approfondire), di sicuro, che andrebbero affrontati non solo fra politici, ma soprattutto con la gente, spiegando nel dettaglio, facendo comprendere i veri vantaggi che avrebbero portato, perché si tratta di vantaggi reali, che renderebbero Sant'Angelo davvero più "vivibile, virtuosa", ma soprattutto civile... Senza contare che, secondo me ovviamente, avrebbero portato davvero numerosi voti in più, forse non abbastanza per vincere, ma sicuramente sufficienti per potersi permettere un tipo di opposizione diverso da quello che si prospetta, da parte di tutti, non sto pensando ad una lista specifica...


Per il resto, guardando i numeri, il vincitore effettivo, Domenico Crespi, deve ringraziare solamente la pessima legge elettorale in corso che gli ha permesso di salire in carica prendendo solamente il 32.49% dei voti, mentre viene ignorata la contrarietà del rimanente 67.47% che ha votato altro. Quella del Sindaco è, almeno dal punto di vista morale, una sconfitta bella e buona avendo ricevuto ben 902 voti in meno rispetto alla volta scorsa, evidenziando così uno scontento elevato anche fra i suoi stessi elettori...

E mentre di Carlin ci si poteva aspettare il risultato, la vera sorpresa è stata l'ascesa non indifferente della Lega Nord, in contrasto col resto d'Italia che ha deciso di punirla in seguito agli scandali, e il quarto posto della lista di Luisella Lunghi che, ok, non mi piace, ma non si meritava si prender meno voti del partito più squallido d'Italia. Questo sicuramente è qualcosa su cui riflettere: davvero i santangiolini credono in un partito come quello leghista e, di conseguenza, nei suoi rappresentanti? Chi ha votato Villa sa davvero cos'è e cosa comporta la Lega Nord per l'Indipendenza della Padania? Mi chiedo dove arrivi la preparazione intellettuale e politica degli abitanti di questa città...

Sono preoccupato, fra cinque anni Crespi non si candiderà (e il PDL non esisterà più) e la Lega si è aperta una strada in discesa, potete giurarci!

Concludo con un messaggio a chi ha rifiutato il mio modo di lavorare perché pareva quasi utopia, spero possiate ragionarvi e comprendere perché quelli come me non perdono mai: "Siamo un esercito di sognatori, per questo siamo invincibili" (Subcomandante Marcos, 1994)



venerdì 20 aprile 2012

Alta Velocità? Un flop nel mondo, ma in Italia non si frena

Mesi fa fu la Cina a dichiarare tutta la sconvenienza conseguente all'introduzione delle linee ferroviarie ad alta velocità, così ne sospese tutti i nuovi progetti, recentemente è stato invece il Portogallo a rinunciare alla tratta interessata al noto "Corridoio 5": non ci sono le condizioni economiche per farlo.


Proprio così, perché al contrario di quanto si possa pensare, le linee TAV (tanto per dirla all'italiana) non sono portatrici di chissà quali benefici: non creano nuovo lavoro alle imprese, sono poco frequentate a causa dei costi elevati, creano disagi ai treni meno veloci e non promettono la sicurezza che tutti ci aspetteremmo dal tanto bramato progresso.

Il "Corridoio 5" includeva anche l'Ucraina, a sua insaputa però, infatti ora non se ne farà più nulla. Si scopre dunque che aveva ragione l'Economist che, nello scorso Settembre, si schierava contro l'alta velocità ferroviaria e invitava la Gran Bretagna a ripensarci.

Oggi il Sole 24 Ore rincara la dose spiegando che la Germania diminuirà la velocità massima dei suoi treni: da 300 a 250 Km/h per assicurare una maggiore efficienza e ridurre i costi di manutenzione oltre che i disagi alle linee cosiddette "non veloci"; anche la Francia ha seguito la tendenza e, anche se non ridurrà le velocità massime sin ora raggiunte, decide di non passare ai 360 km/h.

L'Italia? Il Bel Paese ovviamente va controcorrente e i lavori in Val Susa sembrano essere avviati (anche se, diciamocelo, la montagna da forare non è ancora recintata): 22 miliardi di euro in ballo, cifre destinate a crescere se si pensa che il TAV Milano-Torino è costato 5,7 volte il preventivo, con quali vantaggi? Quasi nessuno: enormi costi di gestione e di manutenzione, 800 licenziamenti per togliere i treni notte ed obbligare di fatto il Cittadini a passare all'AV, 150 milioni di metri cubi d'acqua persi nel Mugello, un morto per ogni chilometro di cantiere, case a pezzi per gli spostamenti dei terreni, appalti in mano alle mafie e sempre più difficoltà nel raggiungere il Sud e le Isole... Un affare, no?

Eppure, sempre secondo il Sole 24 Ore, seguendo l'esempio tedesco non perderemmo più di 10 minuti per raggiungere la Capitale partendo da Milano, cosa ci ferma allora? Persino il Ministro Clini, in un breve momento di lucidità, ha ammesso che il sistema ferroviario italiano è da rivedere, altrimenti diventa inutile il Tav Torino-Lyon.

Vuoi vedere che ancora una volta i No Tav avevano ragione? E che il mio volantino di ieri era più che mai azzeccato: "Chi va piano va sano e va lontano... E spende meno!"

giovedì 5 aprile 2012

Lettera a Lindoro Toscani, Presidente ANPI Sez. Sant'Angelo Lod.

Egregio Presidente dell'ANPI Sezione Sant'Angelo Lodigiano, 

Le scrivo per portarLe una notizia che potrebbe già conoscere e per invitarLa a seguire l'appello promosso a gran voce da tutta l'assemblea pubblica No Tav riunitasi a Bussoleno lo scorso 3 Aprile.

Niccolò è un ragazzo iscritto all'ANPI Vigentina di via Bellezza a Milano, è un antifascista militante noto all'ambiente milanese, è anche un No Tav ed era presente con noi durante la manifestazione dello scorso 3 Luglio a Chiomonte; il 26 Gennaio 2012 Niccolò è stato arrestato e privato della propria libertà anche se ancora in attesa di giudizio ed ora, finalmente, è ai domiciliari; non è il massimo, ma sicuramente potrà respirare un po' più che dietro le sbarre...

Accade dunque che, avuta questa notizia, il Presidente della Sezione a cui Niccolò era iscritto prende una decisione che definirei quantomeno aberrante: Niccolò non avrebbe potuto rinnovare l'iscrizione all'Associazione né per il 2012, né per gli anni a venire.

Senza dover entrare nel merito della questione No Tav, ritengo che il comportamento del Presidente Smuraglia sia assolutamente antidemocratico, ognuno di noi ha - costituzionalmente - libertà di pensiero ed espressione, quindi non vedo il motivo di impedire ad un iscritto il rinnovo della tessera solamente perché contrario ad una particolare opera pubblica. Considerando inoltre la presunzione d'innocenza prevista dall'articolo 27 della nostra Costituzione.

Chiedo dunque a Lei, in quanto Presidente della Sezione a cui sono iscritto, di emettere un comunicato in cui si dissocia - personalmente e come Sezione - al comportamento del Presidente Smuraglia, invitandolo ad un passo indietro sulla questione, in maniera tale che Niccolò possa tornare a far parte della nostra grande famiglia anche dal punto di vista dell'Associazione. Anche perché il Presidente Smuraglia, in quanto Avvocato del Procuratore Caselli, mi pare abbastanza in conflitto d'interessi per poter prendere una decisione così netta.

Sicuro di un suo riscontro Le porgo i miei saluti e spero di rivederLa presto

Simone Cavalcanti, antifascista e No Tav - Socio N° 061354

mercoledì 21 marzo 2012

Avviso all'indagato

Ricevo oggi dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino, in seguito alla perquisizione del 4 Luglio (di cui parlo qui) effettuata dai Carabinieri di Chiomonte, la notifica del procedimento di indagini preliminari in corso. Riporto dall'atto giudiziario:

Il Pubblico Ministero INFORMA CAVALCANTI Simone, nato a Milano il 23.3.89, con domicilio dichiarato in Sant'Angelo Lodigiano via Calabresi nr. 10

quale persona sottoposta ad indagini,

che questo Ufficio sta procedendo ad indagini preliminari in ordine alle seguenti ipotesi di reato:
All'art. 4 legge 110/1975 perché portava fuori della propria abitazione senza giustificato motivo un coltello marca Opinel con lama a punta lunga della lunghezza di 7 cm, chiaramente utilizzabile per l'offesa alla persona, considerate le circostanze di tempo e di luogo (in zona dove il giorno precedente erano avvenuti gli scontri durante la manifestazione NO TAV)

Quindi, per dirla con parole nostre, mi hanno denunciato perché avevo con me un coltellino regolarmente acquistato, quindi regolarmente vendibile,  con cui avrei potuto ferire qualcuno perché da quelle parti, il giorno prima, hanno avuto luogo degli scontro fra manifestanti e forze del disordine a cui io avrei potuto prender parte, forse...


Il tutto nello stesso Paese in cui l'allora Presidente del Consiglio organizzava spogliarelli in casa propria a cui partecipavano anche minorenni che se ne andavano dall'abitazione con buste piene di banconote e - a reti unificate - lo stesso Presidente spiegava come non si potesse parlare di prostituzione minorile.

In fondo, in qualche modo dovevano motivare il fatto di esser venuti a prendere due ragazzi in stazione, sfruttando l'operato di dieci agenti, e di averli trattenuti in Caserma per due ore. Hanno il loro colpevole, o no?

giovedì 15 marzo 2012

Non solo Tav...

Sostiene tale Andrea Dardi: "Dieci/dodici No Tav si sono fatti vedere, eccome, a serata iniziata", non pago ha sottolineato che "il rischio quindi era reale, non presunto". Il Presidente dell'associazione "Lodi Protagonista, la Nostra Destra nel PdL" si riferisce a quel tentativo, mio e di pochi altri, di accedere in una sala pubblica, di un Palazzo pubblico per seguire un evento pubblico la cui protagonista sarebbe stata Daniela Santanchè; ma andiamo per gradi...


Per la Giornata della Donna l'ex sottosegretaria alla presidenza del Consiglio è invitata ad intervenire come ospite d'onore, presso la Sala dei Comuni del Palazzo della Provincia di Lodi, alla serata "Politica, il futuro è donna?". Con qualche amico si decide quindi di andare all'incontro per far valere la nostra voce in merito ad una frase scritta sui social network dalla Santanchè: "Gli uomini delle forze dell'ordine anche se sbagliano non sono mai assassini!"; l'iniziativa non era segreta, tant'è che l'avevo pubblicizzata su Facebook senza alcun problema come si può vedere dallo screen.


L'idea era quella si sederci comodi e tranquilli a seguire l'incontro, per poi interromperlo mostrando delle foto di persone morte a causa di pestaggi e maltrattamenti da parte delle Forze dell'Ordine come Cucchi, Uva o Aldrovandi. Il tutto accompagnato dalla spiegazione di chi erano le persone in foto e dal racconto della loro morte.

Tutto ciò per ribadire alla signora Santanchè che la sua frase era stata una gran stronzata, che avrebbe dovuto scusarsi pubblicamente soprattutto con la famiglia di Gabriele Sandri, ucciso dall'Agente Spaccarotella che proprio in quei giorni veniva condannato e con i familiari di Marcelo Valentino Gomez Cortes, poco prima ucciso dall'inettitudine di un Vigile milanese.


Come prevedibile, però, la Digos si è fatta trovare all'ingresso del Palazzo, accompagnata tra l'altro da agenti della Polizia in antisommossa, pronti ad accogliere ben SEI persone sprovviste di bandiere, simboli, zaini o altro che potesse far pensare a possibili disordini imminenti: di qui non si passa. Lo chiamano "ordine pubblico" e significa impedire a Simone Cavalcanti di fare quel che gli pare, anche quando non ha cattive intenzioni, poco importa se così si violano i principi costituzionali, poco importa che mi si impedisca di circolare liberamente per le strade pubbliche, di accedere liberamente agli uffici pubblici etc... Chi non condivide l'espressione "Stato di Polizia" è evidente che non abbia mai subito soprusi in vita sua!

Siamo rimasti comunque un po' là fuori, ridendo e scherzando in totale civiltà, dopodiché siamo andati a farci una birra.

Cosa c'entrano dunque i No Tav con tutto questo? Niente! Dardi ha solo voluto sottolineare (come se ce ne fosse stato bisogno) i limiti celebrali di un sostenitore del PdL, nonché di un individuo capace di sfruttare ogni occasione per polemizzare sull'Amministrazione Comunale in cui si trova all'opposizione! Andrea Dardi ha soltanto cercato di screditare il sottoscritto scrivendo "Promotore della contestazione un ragazzo santangiolino già ben noto alla Questura, il signor S.C, conosciuto alle cronache per essere stato arrestato [...] poco più di un anno fa" ed ignorando che S.C. è anche stato assolto con formula piena non avendo commesso alcun reato

Ha inoltre voluto esternare la sua contrarietà al movimento No Tav scrivendo una serie di bestialità che nemmeno ho voglia di riportare, potete leggerle personalmente. 


Concludo spiegando al signor Dardi che contestare è un diritto del Cittadino, che una contestazione non mette a repentaglio l'ordine pubblico e che l'operato delle Forze di Polizia è stato illegittimo! Le ricordo inoltre che il collegamento coi No Tav è una sua subdola invenzione, probabilmente atta a screditare le brave persone che difendono i proprio territori a sfavore delle lobby e delle mafie che vorrebbero guadagnarci; infine le faccio notare che se esistono soggetti "poco democratici", come ha scritto nella lettera, dovrebbe cercarli in casa sua: io non le impedirei mai di intervenire ad un evento organizzato da me.




sabato 10 marzo 2012

Il più sacro dei diritti, il più indispensabile dei doveri

Uno dei periodi più importanti della nostra storia, a mio avviso, è stato il XVIII Secolo. Fu allora, infatti, che le menti delle persone si aprirono grazie al movimento illuminista che permise un forte distacco dall'irrazionalità della religione, una più ampia diffusione della cultura grazie all'enciclopedia, nonché l'estensione di nuovi pensieri politici basati su uguaglianza, tolleranza e libertà.


Alla fine del '700, inoltre, fu protagonista quella che probabilmente potremmo definire la madre di tutte le rivoluzioni recenti: la Rivoluzione Francese, da cui nacque la Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del Cittadino. Qualche anno dopo, nel 1793, venne redatta la Costituzione Giacobina, che identificava la propria principale caratterizzazione della sovranità popolare. Purtroppo si susseguirono fatti parecchio contrastanti, ma non ci soffermeremo su questo.

I francesi, consci degli avvenimenti del 1789, della possibilità reale che il popolo possiede di cambiare le cose, dell'importanza della partecipazione attiva di ogni singolo individuo all'evoluzione ed alla crescita di un Paese, scrissero un articolo (il numero 35) importante, che dovremmo ricordare tutti, in ogni parte del mondo:
Quando il Governo viola i diritti del Popolo, l'insurrezione è per il Popolo e per ciascuna parte del Popolo il più sacro dei diritti e il più indispensabile dei doveri.
Nessuno ce lo insegnerà mai, se non la nostra coscienza, nessun potente che ci governa per portare acqua al proprio mulino ce lo ricorderà mai, nessun banchiere promosso d'un tratto a ministro lo dirà mai in conferenza stampa, ma la verità è che in Francia c'erano arrivati oltre duecento anni fa, mentre da noi, nel 2012, chi si ribella e promuove un diverso tipo di società viene condannato in quanto criminale, irrispettoso delle istituzioni e delle Forze dell'Ordine (si chiamano ancora così).

Viviamo in un Paese in cui si crede che Democrazia sia sinonimo di "voto ogni cinque anni, nel frattempo devo accondiscendere ad ogni decisione", in cui le proteste pacifiche vengono represse col manganello, quando va bene, altrimenti esistono anche idranti, spray urticanti e gas CS... Un Paese in cui da anni si dice che chi protesta cerca il morto, ma continuano a finire in ospedale solo civili, alcuni dei quali subendo danni irreversibili...

Non è colpa delle TV. Non è colpa dei giornali. Se siete ignoranti, nell'Italia del terzo millennio, è perché avete fatto determinate scelte. Siete anche voi responsabili del fallimento di questo Paese.

martedì 6 marzo 2012

Isoliamo i violenti, ma anche i pacifisti

Di pacifisti si tratta, quelli veri, che non fanno del pacifismo una retorica, ma uno stile di vita, con tutti i pro e i contro dettati dal tipo di subdola società in cui ci troviamo...


Di Turi Vaccaro si tratta, noto pacifista di origini siciliane che ha richiamato l'attenzione della cronaca (non di quella italiana) per gesti come la distruzione di due caccia bombardieri olandesi, o per le cinquanta ore passate su un cedro a Chiomonte...

Domenica sera l'ennesimo atto dimostrativo, non violento: Turi è salito sul traliccio dell'alta tensione da cui, sei giorni prima, era precipitato Luca; ha portato con sé qualche coperta, la sua borsa e la forza della ragione. Ha spiegato di non aver premeditato l'azione, di voler meditare sulla possibilità di rimanere o scendere... Ha inoltre cercato l'attenzione dei No Tav, precisando di esser disposto a scendere immediatamente se d'intralcio.

Turi è sceso il mattino seguente da quel traliccio, messo al sicuro togliendo la corrente e ponendone alla base dei materassi; nessuna città è rimasta al buio a lungo, perché ovviamente i luoghi senza corrente sono stati collegati a generatori alternativi.


Il Governo, Napolitano, i benpensanti che osservano tutto dalla comodità di un divano, condannano con fermezza quella che definiscono "violenza di alcuni manifestanti" e invitano a protestare in maniera pacifica. Quindi vengono arrestati presunti violenti, privati della propria sacrosanta libertà in quanto presenti durante la manifestazione del 3 Luglio.

Caselli ritiene che dovremmo esser contenti perché sono stati isolati dei violenti che fanno male alla causa. Il tutto in nome del diritto e del dovere alla protesta pacifica.

Dopodiché vengono denunciati 14 attivisti perché stavano alla Baita (la zona è stata furbamente definita dal Governo "area di interesse strategico nazionale") e alcuni giornalisti, per lo stesso motivo, poco importa che stessero solo facendo onestamente il loro lavoro. La scusa del lavoro vale solo quando un poliziotto spara in faccia ad un manifestante.


Non è tutto: viene notificato un foglio di via da sette comuni della Valle al pacifista Turi Vaccaro, sempre per aver violato il sito di interesse strategico. Il compagno non potrà più, secondo la legge, varcare i confini delle città di Avigliana, Bussoleno, Chiomonte, Exilles, Gravere, Giaglione e Susa, ma lo farà, nemmeno avevamo bisogno che lo annunciasse...


Turi è uno di noi, siamo complici, siamo anche noi colpevoli. Questo provvedimento è l'ennesimo esempio del tipo di regime a cui siamo sottoposti; i fogli di via dalla Valsusa e/o dal Piemonte, negli ultimi mesi, sono stati innumerevoli.

sabato 3 marzo 2012

Non si può fermare un No Tav che protesta!

Questa sera il Cupolone si è trasformato in una stalla: erano presenti, per un evento della Lega Nord, Gibelli, Calderoli e Maroni. Tutto corretto, oggi l'Astem ritirava l'umido...

Maroni sarebbe stato la nostra vittima: l'ex Ministro dell'Interno infatti è responsabile della presenza dei militari in Valle di Susa; li ha inviati la scorsa estate e proprio in questi giorni ha voluto ribadire l'importanza di ciò che ha fatto ed ha insistito affinché non si torni indietro. Il Ministro Cancellieri non si è mostrata per nulla contraria.

Siamo No Tav, amiamo la Valle, ma soprattutto ci rendiamo conto che il problema che abbiamo di fronte va ben oltre un traforo in una montagna piena di amianto, oltre un finto treno veloce, oltre alla spesa di almeno 22 miliardi: è una lotta contro lo sperpero di denaro pubblico, contro le grandi opere inutili, contro le mafie, per la democrazia, la sovranità popolare, il rispetto dei territori e delle persone. Un questione, dunque, che supera notevolmente i confini della Valle di Susa e riguarda davvero tutta la Nazione.

Improvvisiamo dunque, all'ultimo momento, questa contestazione all'ex Ministro, noto per fare il gradasso davanti alle telecamere ribadendo l'importanza della repressione dei violenti nelle manifestazioni quando, guardacaso, può addirittura vantare di un bel precedente per resistenza a pubblico ufficiale, sentenza ribadita in tutti i gradi di giudizio a causa, secondo la Suprema Corte, di "inspiegabili episodi di resistenza attiva (...) e proprio per questo del tutto ingiustificabili".

L'appuntamento è alle ore 21.00 al Cupolone, mi faccio accompagnare in viale Europa, via adiacente a quella dell'edificio in questione, ed aspetto Silvia che non conosce il posto. Mi si avvicinano due persone, agenti in borghese, estraggono il distintivo e mi chiedono i documenti... Porgo la carta d'identità senza fare storie, la prendono e si allontanano, ribadisco di stare vicino a me finché hanno i miei documenti, quindi si fermano.

Mi chiedono di spostarci dall'altra parte della carreggiata, è evidente che vogliono allontanarmi, li seguo e cominciano a farmi domande su domande: che ci fai qui? Sei della Lega? Perché vuoi seguire l'evento? Sono seccato, non rispondo ai singoli quesiti, dico soltanto che sono un cittadino che vuole partecipare ad un evento pubblico ed aperto a tutti. Insistono: fai parte di qualche movimento? Arriva altra gente? Sei in qualche associazione? So dove vogliono arrivare, rispondo senza problemi: "Se è questo che vuole sapere, sì, sono un No Tav!". Non avevo ancora estratto bandiere o altro, ero un comunissimo cittadino, residente proprio a Sant'Angelo e per cambiare argomento dico che voglio provare ad avvicinare Maroni per chiedere le sue scuse per determinati fatti. Una mezza verità, c'era anche quell'intenzione, ma l'ho voluta metter da parte per concentrare l'attenzione alla causa No Tav.

Arriva Damiano, identificano anche lui, ma porgono domande quasi esclusivamente a me, è evidente che sappiano chi sono, mi riportano il documento. Insistono: meglio che non ti avvicini, è inutile, non serve a niente, i media ti hanno dato già tanto spazio (davvero?)... Insisto, se è vero che il servizio d'ordine non mi vuole nel Cupolone, rimane mio diritto attraversare la via dato che è suolo pubblico, quindi non devono impedirmelo, ma sono in sei, noi in tre, dato che nel frattempo è arrivata Silvia, sfondare è impensabile, anche perché ne giravano tanti altri in borghese e più avanti c'erano pure parecchi carabinieri... Alcune persone si avvicinano, si accorgono del comportamento scorretto riservatoci da chi dovrebbe garantire i nostri diritti e chiedono di lasciarci stare; inutile.

Rimaniamo circa un'ora a discutere sul fatto che non hanno il diritto di impedirmi l'accesso alla strada, si giustificano parlando di ordine pubblico, non smettono di ripetere che la mia presenza potrebbe creare disagio, ma soprattutto reazione da parte dei leghisti se dovessi essere riconosciuto. Provo a spiegare che in quel caso allora sarebbero loro a violare l'ordine pubblico e dunque saremmo noi quelli da proteggere, non loro, ma è come parlare al vento... Dopo un po' ci incazziamo, nemmeno la telefonata all'avvocato, che conferma i nostri diritti, serve a smuoverli, alziamo anche la voce e concludiamo avvertendoli: se non ci fate passare così, da semplici cittadini, torniamo a casa, prendiamo il materiale e torniamo come contestatori.

Detto, fatto! Ce ne andiamo e dopo un po' torniamo con le bandiere a mo' di mantellina ed un lenzuolino con la scritta "No Tav"; ci presentiamo arrivando dalla parte opposta della via, troppo stupidi per immaginare che saremmo arrivati da lì?

Arriviamo e gli agenti che ci vedono chiamano altri colleghi per raggiungerci, ma noi stendiamo la bandiera a terra e ci posizioniamo. Ormai siamo arrivati, loro si son rotti le palle di starci dietro, capiscono che non possono fermarci ed insisteremo sino alla fine, quindi ci lasciano fare, ma serrano l'ingresso del Cupolone in DODICI e ci tengono d'occhio.

Maroni spara qualche stronzata, parla di essere soli, ma con gli elettori, quindi capisco che è il mio turno ed alzo la voce: "Siete soli con i vostri militari in Val di Susa! Avete mandato l'esercito contro la povera gente!". Si nota agitazione fra gli agenti, ma non fanno nulla, ogni tanto si danno il cambio, manco fossero lì da ore... Insisto con le mie parole, nel giardino del Cupolone c'è parecchia gente, ormai si sono accorti di noi e molti si avvicinano. La Digos (ma era Digos?) si mette davanti a noi con un'auto, noi non ci muoviamo.

Purtroppo l'evento finisce dopo poco tempo, intorno a noi si intensifica la presenza di Forze dell'Ordine mentre la gente esce, anche volendo siamo solo in due e non possiamo fare stronzate... Il Maresciallo dell'Arma di Sant'Angelo, gentilissimo come sempre, ci fa sapere che i politici usciranno proprio da quell'ingresso e quindi noi aspettiamo: quando sta arrivando l'auto si Calderoli, l'autista fa ripetutamente i fari per avvisare, noi alziamo la bandiera No Tav e urlo: "I territori sono di chi li vive! I Valsusini non vi vogliono!"; il Senatore, che aveva il finestrino abbassato e ci guardava schifato, mormora qualcosa, ma non capisco, ha comunque detto la parola "No Tav". L'auto di Maroni invece era tutta oscurata, quindi non possiamo conoscere quale sia stata la sua reazione...

Comunque ci è stata fatta qualche foto ed un giovanissimo giornalista ci ha posto domande, dunque la nostra piccola azione non è stata vana. Siamo molto soddisfatti perché in numero assolutamente esiguo siamo riusciti ad ottenere ciò che volevamo: ricordare la causa No Tav, ricordare le colpe di Maroni, mostrarci senza vergogna agli occhi di due pessimi politici.

Per la Valle, per Luca, per gli arrestati, per i feriti, per chi ha ricevuto fogli di via, per chi lotta. Per l'Italia.

giovedì 1 marzo 2012

Pecorelle smarrite... Sono gli anarchici a cercare il morto?

L'occupazione stradale è stata sgomberata, la gente se ne va, il lavoro della Polizia, dal punto di vista della legge, è finito: loro non possono seguire i manifestanti, tant'è che hanno sempre l'obbligo di lasciare una via di fuga.

Lo so, sono dati emersi dal mio processo, quindi ne sono certo, non le ho lette sul volantino dell'anarchico di turno... Eppure dalla Statale 25 la Polizia di Stato insegue gli attivisti sino al paese, Bussoleno, per poi dare il via ad una vera e propria caccia all'uomo.

Sfondano la vetrina di un bar, si mostrano forti, reprimono, non soccorrono una donna incinta che, per lo spavento, sviene. Questi son quelli che giustificate per i bassi stipendi ed il lavoro di merda? Sarà, ma la loro mamma non li ha fatti con il manganello in mano, sino a prova contraria...

Domani può succedere a te. Lo sai già, ti piaccia o no.


mercoledì 29 febbraio 2012

Siamo tutti cretinetti

È il finimondo quando un gruppo di ragazzi viene assediato da quelle che vengon ancora chiamate "Forze dell'Ordine" e tenta di difendersi creando cordoni ed indossando maschere antigas... Sono violenti; ma allo stesso tempo è un "cretinetti" un uomo pronto alla resistenza passiva su un traliccio dell'alta tensione, costretto a fuggire sempre più in alto perché inseguito da un rocciatore...


Luca Abbà era lì per difendere le sue terre, quelle che possiede legalmente, che coltiva, che cura, che ama. Luca l'ho conosciuto lo scorso anno, sempre sorridente, sempre in cerca di dialogo nelle assemblee, sempre educato e disponibile. Così me lo ricordo e sono sicuro che rimarrà tale quando si risveglierà e tornerà a lottare sulle sue, anzi, nostre, montagne.

Saranno "cretinetti" anche Oliviero Cassini e Stanislao Focarelli, ex lavoratori Wagon Lits che presidiano sa una torre in Centrale a Milano? Saranno "cretinetti" gli ex dipendenti Sea-Elnagh in presidio davanti ai cancelli dell'azienda?

Erano solo "cretinetti" gli egiziani in piazza Tahrir, pronti anche a farsi sparare? Sono "cretinetti" i fratelli greci in continua lotta contro la prepotenza del Governo e dell'UE?

Se è un "cretinetti" chi lotta per la libertà e Democrazia, allora siamo tutti "cretinetti" e tutti fieri di esserlo. Luca, con buona pace di Manganelli, è vivo e la sua lotta non si ferma, risponde bene alle cure ed è supportato più che mai. I No Tav non si sono fermati, le mobilitazioni continuano in tutta la penisola e sono pronte a concentrarsi nuovamente in Valle in caso di bisogno.

Luca è un "cretinetti". Sallusti è un gran coglione.

venerdì 24 febbraio 2012

Io non ho paura?

"Ma non hai paura?".

Tanta, ne ho sempre avuta tanta e continuo ad averne; ho paura quando mi infilo le scarpe, quando carico lo zaino in spalla e mi avvio alla stazione, quando scendo dal treno e muovo gli occhi con sospetto, per accertarmi di non esser controllato a vista... Non si attenuano le mie preoccupazioni mentre cammino per raggiungere gli altri, né quando ci si avvicina alle zone calde, né quando si ride in compagnia su quanto sia assurda tutta questa situazione.

Ho paura, tanta paura, quando le mie dita incrociano le reti, i cancelli, le barricate; me la faccio sotto quando si avvicinano i blindati, quando mi vengono chiesti i documenti per la terza volta in due giorni, quando un enorme mezzo dotato di potenti idranti punta verso di noi, quando i lacrimogeni mi sfiorano il viso (e centrano quello di amici e conoscenti), quando perso nella nebbia del CS non riesco più a reggermi in piedi, quando colpiscono il campeggio e la cucina intossicando in nostro cibo e quando colpiscono gli arbusti provocando incendi.


Ho tantissima paura quando sento urlare persone che scappano, quando vedo una mamma piangere davanti ad un cordone di Polizia perché la sera prima i lacrimogeni sono arrivati sino al suo camper, dove dormiva la figlioletta di sei anni... Mi vengono i brividi quando devo fare un discorso sulla finanziaria a cancello aperto, quando lego le corde ad una rete da abbattere, quando leggo un testo davanti alle forze armate  e quando mi vengono a prendere in stazione per tenermi due ore in caserma e denunciarmi per il possesso di un coltellino da campeggio, mentre da un campeggio sto proprio rientrando...

Tremo di paura quando devo correre in ospedale perché hanno gravemente ferito un amico, quando non lasciano passare un'ambulanza, quando prendono alle spalle il ragazzo accanto a me e lo riempiono di manganellate, per poi accusarlo in tribunale "quando l'abbiamo preso non smetteva di muoversi e scalciare". A terra, massacrato da tre, quattro, forse cinque agenti, io non ho potuto contare perché nel frattempo avevano preso anche me; mi assale la paura quando in quattro veniamo fermati durante una passeggiata nel bosco, attorniati da una moltitudine di agenti, quando metà dei volenterosi di accompagnarci a dar man forte ai compagni in Maddalena scappano alla vista di mezzi armati...


Ho paura quando insceniamo una scuola davanti ai cancelli, quando non indietreggiamo all'assalto di una camionetta della finanza, quando, dall'alto, vedo avvicinarsi minacciosa un'onda di caschi che proteggono persone pronte a farci a pezzi... Ho paura quando durante gli scontri perdo di vista gli amici, ho paura quando non rispondono al telefono ed ho paura quando li vedo portar via. Ho paura quando devo fare un viaggio di 600 km per tornare a casa e la stazione è blindata, ho paura quando entro in tribunale.

La paura fa parte di me; ma quel che davvero mi terrorizza è l'indifferenza di chi ancora ride dei miei viaggi in Valle, sono le Forze del cosiddetto Ordine che mi fanno la bella faccia per poi portarmi in una cella, è l'assenza di altre dieci, cento, cinquecentomila persone che invece di stare al mio fianco commentano le manifestazioni e le azioni seduti su un divano, lobotomizzati davanti al televisore.

Ciò che davvero mi incute più terrore sono le persone che ancora mi chiedono cosa penso di ottenere in questo modo, sono quegli sciagurati che tornano indietro a restituirmi un volantino alzando le spalle quando nomino la 'ndrangheta, sono i curiosi che abbandonano il mio presidio quando vedono avvicinarsi gli uomini in divisa, quelli che dicono "non mi interessa", quelli che mi danno del violento perché mi difendo dagli attacchi di uomini armati fino ai denti, quelli che mi dicon di lasciar perdere certa gente che ho solo da rimetterci, quelli che, nonostante tutto, restano in casa a lamentarsi dei debiti da pagare, delle bollette da saldare, dei figli che non riescono a trovare lavoro e degli amici e parenti licenziati o in cassa integrazione.

Sono quelle persone che si preoccupano delle parole scritte sui muri senza leggere cosa dicono, sono quelle persone che che gridano ai Black Bloc quando il Capo della Polizia avverte che gli anarchici cercano il morto, quelli che non hanno idea di cosa succeda realmente in determinate circostanze, perché loro non le hanno mai vissute e preferiscono starne alla larga, nuotando senza fine nel loro oceano di merda fatto, mi ripeto, di mutui, bollette, finanziamenti, rate, interessi, malasanità, morti sul lavoro, mafie al potere e mazzette che ormai si distribuiscono come caramelle...

Quella che nasce dalle situazioni di lotta è una paura che si sconfigge nel momento del bisogno. Quello che nasce dall'indifferenza si chiama terrore e non lo si può combattere.

La domanda con cui ho aperto il post mi è stata posta una sera, a Sant'Angelo, parlando di manifestazioni, proteste et similia, davanti ad un uomo che ha vissuto la Resistenza e che non ha aperto bocca; e io che avrei dovuto rispondere? Sì, ho paura. Questo ho risposto. Ora che ho paura che faccio? Rimango a casa così mi sento al sicuro?







venerdì 17 febbraio 2012

Il mio fallimento a Sant'Angelo...

Devo riconoscerlo, potrò andare avanti a propagandare il cambiamento fino a Maggio (e lo farò), ma a conti fatti ho fallito. Forse non sono stato in grado di convincere chi mi sta attorno, forse non mi sono sempre espresso con chiarezza, forse appaio troppo idealista, forse è vero che pretendo l'impossibile... Non posso negarlo, ma nemmeno si può dimenticare che ho a che fare con gente troppo pigra ed impaurita. A volte mi chiedo se sia davvero disinteressata...

Una città difficile, Sant'Angelo, dotata di una cultura sociale parecchio limitata e sicuramente influenzata dallo strapotere che la destra vanta da sempre in questo territorio (qui perse la Repubblica, in favore della Monarchia e non abbiamo raggiunto il quorum all'ultimo referendum), ma frenata nella crescita soprattutto dall'individualismo e dal rifiuto categorico del forte cambiamento, anche quando indispensabile...

Nell'attesa di trovare il posto per la prossima assemblea, ho portato avanti tre argomenti fondamentali su cui non è stato possibile discutere con obiettività e senza pregiudizi:
  • Scuola materna statale: un tabù. Il probabile candidato Sindaco della sinistra (secondo l'idea che mi son fatto IO) sarà la direttrice di uno dei due asili privati (nonché cattolici) e con questo ho detto tutto circa il conflitto di interessi in ballo... 
Poi la questione dei costi, scusa patetica che mi secca pure affrontare: la nostra è una città in grado di spendere 260.000 euro per una rotatoria decorata in marmo, oltre 200.000 euro per una panchina di cemento di 50 metri, 500.000 euro per ristrutturare una cascina ancora oggi (dopo cinque anni) abbandonata, 300.000 euro all'anno per finanziare gli asili privati... Mi fermo.
Volete ancora convincermi che non ci siano soldi per creare un prefabbricato da collegare al Cupolone per adibirlo a Scuola dell'Infanzia statale? I nostri studi quindi son tutti nulli, abbiamo torto... O forse semplicemente non c'è volontà politica di dar contro alla Chiesa e a imprenditori che, forse, faranno parte della Giunta...
  • Spazio giovanile autogestito: qui si scade sempre nel paragone coi centri sociali e, come immediata conseguenza, si scade nel preconcetto che vuole il centro sociale come area di delinquenza, spaccio, inciviltà e disturbo. Cosa che è facile smentire facendo entrare una qualunque persona in uno dei tanti centri sociali italiani, ma guardare in faccia la realtà è una cosa che qua non piace.
Io avevo previsto questo stato di pregiudizio, quindi ho sottolineato di voler fare i paragoni e costruire un eventuale progetto in base alla mia esperienza all'ArciPicchio (circolo Arci, quindi istituzionalmente riconosciuto e supportato) e all'esempio della città di Lodi con il suo Clam (locale del Comune messo a disposizione dei giovani).
Altra porta in faccia: è difficile, non è fattibilissimo, è costoso etc... Nessuno che abbia voglia di entrare realmente nel merito, di constatare tutti i vantaggi, anche economici e turistici, che porterebbe un locale del genere... Nemmeno il Prc.
  • Registro delle coppie di fatto: apriti cielo! Dopo il fallimento dei "Dico" di Prodi l'argomento non deve più essere toccato! Purtroppo il clima di ieri non ha permesso di approfondire, ma una spiegazione (per me assurda) che mi è stata data è la necessità di "non andare contro la legge"; ma se proprio vogliamo fare i puntigliosi non saremmo noi come Comune a dar contro la legge, piuttosto lo è lo Stato italiano che non riconosce le direttive dell'UE, cito infatti dalla Raccomandazione del 16 marzo 2000 sul rispetto dei diritti umani nell'Unione Europea: "Garantire alle famiglie monoparentali, alle coppie non sposate e alle coppie dello stesso sesso parità di diritti rispetto alle coppie e alle famiglie tradizionali, in particolare in materia di legislazione fiscale, regime patrimoniale e diritti sociali".
È davvero dunque una ricerca di giustizia o solo paura di proporre un intervento contrario alle ideologie ecclesiastiche e della destra? Perché non si può seguire l'esempio che città come Empoli portano avanti addirittura dal 1993 (con buona pace del Co.Re.Co)?
È vero, si potrebbero perdere voti, ma pensiamo davvero di cambiare il mondo contando i voti? Vogliamo ancora dar importanza ai soli numeri a costo di proibire i Cittadini di diritti fondamentali?
Altro? Nulla, perché l'atmosfera era talmente tesa che non si riuscivano ad affrontare serenamente e con obiettività i discorsi, l'apertura da parte di "Sant'Angelo Viva" è molto relativa, tanto ormai "i giochi son fatti" e ad una certa ora tutti a nanna... Belli i tempi delle assemblee a Pavia, inutili quanto queste, ma per lo meno si discuteva fino ad esaurimento argomentazioni...

Ciò che è chiaro è che nessuno, fatta qualche eccezione, ha il coraggio di spaccare lo stato di diritto e di quotidianità attuale, nessuno ha le palle per andare controcorrente, nessuno ha i coglioni per dire le cose come le si vogliono ottenere e non come l'elettore ignorante le vuole sentire... Io sono diverso. Una vecchia battuta di Aldo, Giovanni e Giacomo diceva "Ci vogliono le palle quadrate, io le ho cubiche!". Gli altri, evidentemente, le hanno un po' smussate per camminare con meno difficoltà...

Chi vivrà vedrà...

PS: ho cancellato una frase che riportava informazioni errate. Mi scuso per il disguido, che è nato da alcune affermazioni dichiarate ieri sera, non smentite e che mi hanno quindi indotto a capire una cosa sbagliata.

venerdì 10 febbraio 2012

Una direttissima lunga un anno

Si sarebbe dovuto concludere nel giro di pochissimo tempo, invece è durato esattamente 364 giorni il processo che vedeva imputati me e Giacomo per i fatti avvenuti ad Arcore il 6 Febbraio 2011.

Così Lunedì mattina mi sono alzato presto e diretto in quel di Monza, pronto ad ascoltare la sentenza stabilita dal Giudice Airò, con parecchia agitazione addosso perché in questi casi non è importante avere ragione o torto, nel nostro Paese c'è proprio un forte accanimento nei confronti di chi protesta, si informa, non ubbidisce...

Abbiamo dovuto attendere parecchio... Durante la notte passata quasi totalmente insonne avevo letto parecchi messaggi di compagn*, conoscenti ed amic* che mi dicevano di stare tranquillo e debbo ammettere di aver pensato molto a quelle care persone, perché mi tranquillizzavano... Idem per le telefonate ricevute durante il processo...

Gli avvocati hanno fatto un ottimo lavoro, ricordando come si siano svolti realmente i fatti, tutti provati dai video e dalle foto e non dimenticando di citare le testimonianze di Digos e Polizia, spesso contrastanti, a volte comiche (questo lo aggiungo io); è carino notare l'importanza della deposizione dell'Agente Perrone, ormai un idolo per quanto è riuscito a mostrarsi ridicolo, usata ripetutamente per costruire la difesa.

Inoltre non si sono dimenticati di ricordare le reazioni del mondo politico al nostro arresto, con la conseguenza di dipingerci come terroristi per cui far ricorso a pene esemplari, manco avessimo ucciso qualcuno; il tutto ovviamente senza che mezzo esponente del Governo o dei giornali avesse dato un occhiata agli atti...

Oggi infatti io chiedo che tutti questi individui, che un anno fa si espressero in maniera a dir poco indecente, si scusino pubblicamente e riconoscano di aver sbagliato, di averci descritto malamente e di ammettere tramite gli stessi canali di allora che la nostra partecipazione a quella protesta fu tutt'altro che violenta... Una speranza forse vana la mia, ma "siamo realisti, esigiamo l'impossibile" (cit.); certo, la partenza non è delle migliori, visto che De Corato ha già voluto dire la sua sulla sentenza ed i giornali non ascoltano me quanto lui.

Le scuse sono importanti, perché io e Giacomo abbiamo ottenuto l'assoluzione completa in quanto il reato non sussiste! Ci hanno arrestati e sbattuti in prima pagina senza che avessimo commesso alcun reato! Così, tanto alla fine siamo noi che paghiamo, non certo gli agenti o il Questore... Fortunatamente il Giudice (che si era fatto grasse risate lo scorso Marzo) ha compreso la situazione e non ha nemmeno approvato la richiesta del PM, che voleva sei mesi di carcere per Giacomo... Come fossero noccioline...

Insomma, è andata bene, la mattinata si è conclusa con qualche coro indirizzato ai compagni NO TAV arrestati a Gennaio, nella speranza che anche loro possano ottenere i nostri stessi risultati... Vediamo che ci riserva il futuro...

mercoledì 8 febbraio 2012

Tanto rumore per nulla (cit.)

Ne farò un post completo di foto... Ma mi sembrava giusto, nel frattempo, informare chi segue il blog che hanno assolto me e Giacomo per i fatti del 6 Febbraio 2011 ad Arcore... :) Ovviamente sto aspettando le scuse di parecchie persone, ma dubito arriveranno mai ^^

venerdì 3 febbraio 2012

Il Bel Paese

Così, mentre in Gran Bretagna un Ministro si dimette per non aver pagato una multa, dalle nostre parti Cosentino è in libertà (unico in mezzo a 57 coinvolti), lo stupro di gruppo quasi diventa ua forma d'arte allegorica e quarantuno compagni, in tutta la penisola, vengono coinvolti in un blitz delle Forze dell'Ordine per aver partecipato alla manifestazione dello scorso 3 Luglio in Val di Susa, dove ora stanno costruendo un muro che ricorda quello di Berlino...

Mentre la disoccupazione giovanile raggiunge l'apice del 31% e si prevede la chiusura di altre 800.000 aziende nel 2012, la Presidenza del Consiglio ci fa sapere che possiamo scordarci il posto fisso perché è monotono; lo fanno per evitare di annoiarci.

Intanto la Omsa viene assalita dal boicottaggio della gente che è ormai esasperata, così viene costretta a rivedere oltre 200 licenziamenti per trasferirsi in Serbia e nel frattempo  il Ministro Fornero annuncia la cancellazione dell'articolo 18, lei che lavora insieme a marito e figlia, la quale ha ben due posti di lavoro a tempo indeterminato.

Sempre più città vengono militarizzate e, mentre si lasciano persone senza tetto sulla testa, senza luce e senza cibo, ci si prepara all'acquisto di numerosi caccia F-35 e si dotano di bombe gli AMX italiani in Afghanistan perché si scopre che la democrazia è meno monotona con qualche esplosione durante la giornata... Il tutto, naturalmente, accompagnato da un sobrio Mario Monti che ci rassicura: le liberalizzazioni faranno calare i prezzi. Detto fatto, i costi impennano.

La monotonia però non cala, perché mentre si tenta di annullare il referendum sull'acqua pubblica, il PD "perde" 13 milioni di euro che finiscono nelle tasche del tesoriere Luigi Lusi, ovviamente all'insaputa di chiunque. Del resto il motto "a mia insaputa" è una di quelle scuse che non passa mai di moda in Italia: dalla casa del faccendiere Scajola alle vacanze del tecnico Malinconico...

Il Bel Paese.

giovedì 12 gennaio 2012

Emigrare da un paese senza futuro

L'Italia è a pezzi, gli italiani non fanno figli, la popolazione non diminuisce solo per merito degli immigrati e tanti giovani stanno letteralmente scappando da quello che Dante chiamava Bel Paese...

Non è più solo una questione di "cervelli in fuga", ormai ogni categoria di persone, appena può, ne approfitta per cambiare aria, chi in cerca di lavoro, chi in cerca di fortuna, chi della bella vita... Fanno bene, perché questo Paese ormai non ha alcunché da offrire; la culla della cultura, dell'arte, della resistenza, la figlia di quello che fu forse il più grande impero mai esistito (quello romano), il simbolo della moda e della buona tavola, ormai, ha i gli anni (forse i mesi) contati prima di scoppiare definitivamente.

Così, dopo lunghissimi ragionamenti, approfondimenti, confronti e dotato della mia sempre fedele speranza, ho deciso di partire anche io, di attraversare l'Oceano Atlantico per provare a vivere altrove come avrei voluto fare qua: lavorando, studiando e stando insieme alla gente coltivando le mie passioni ed i miei interessi. Diversi amici e conoscenti l'hanno fatto o stanno per farlo, l'Australia è forse la meta più gettonata, dopo gli Stati Uniti, ma anche il Nord Europa è visto come un punto di riferimento importante...

Io ho fatto una scelta diversa, insolita, ma in linea con la mia personalità, tanto che credo di non stupire alcun amico, men che meno alcun compagn*: il Chiapas, in Messico. La mia meta dovrebbe essere San Cristobal de las Casas.

Non è certo una scelta che si fa così su due piedi (anche perché di solito ragiono da seduto), ma considerati un sacco di fattori il mio cervello ed il mio cuore si sono messi d'accordo su questo stato, il più povero del Messico, che da anni ormai stuzzica il mio interesse, partito dalla scoperta del movimento zapatista...


Il Chiapas... Terra ricca di storia... E di storie! Storie di persone, di culture che si intrecciano, che si scontrano, che lottano, che amano. Sarebbe stato troppo semplice scegliere un Paese ricco, qualche chilometro più su, negli Stati Uniti, ma la storia e la cultura latino americana mi hanno catturato ormai anni fa, non posso evitare di soddisfare questi bisogni, cosciente che non sarà una vacanza, ma che comunque potrò vivere una vita più tranquilla, ma soprattutto più umana, che restando in Italia...

Che altro dire? Sono tanto emozionato al solo pensiero, ora sono alla fase "recupero dei soldi necessari" ed a fine anno dovrei volare lontano dal Paese che mi ha visto nascere... Sono felice!

mercoledì 4 gennaio 2012

Uguaglianza? Giustizia? Riscatto? Troppo difficile, troppo costoso...

Torno a parlare di un argomento legato ai fatti di Arcore, lo scorso 6 Febbraio. Dopo il processo per direttissima ogni giornale parlava dei due poveri sfigati finiti in manette durante una banalissima manifestazione e tra questi c'era ovviamente anche "il Cittadino", che non sto manco a linkare che non lo merita.

Quello in foto è un orrendo articolo di Davide Cagnola, tipico esempio di giornalismo italiano privo di approfondimenti, fonti, ricerche... Ma il peggio sono le parole del nostro caro Sindaco Domenico Crespi, che avrebbe dichiarato, riferito a me:
"Solo pochi giorni fa ci ha mandato le ultime mail con frasi sconclusionate e offensive. È stato aggressivo, maleducato e senza nessun rispetto per le istituzioni. Gli scontri di domenica e l'arresto non mi stupiscono."
Un'ottima occasione per l'egocentrico Primo Cittadino per insultarmi davanti agli occhi di tutti e per mettermi facilmente fuori gioco nel mio rapporto con l'Istituzione comunale... C'è riuscito.

Inutile dire che gli ho immediatamente scritto per chiedere di scusarsi pubblicamente, ma non ho ottenuto risposte, quindi sono ricorso alle vie legali sporgendo regolare querela presso il Tribunale di Bergamo nel Maggio successivo; la querela, per diffamazione mezzo stampa, ritiene responsabili Domenico Crespi, Davide Cagnola e Ferruccio Pallavera (il Direttore del quotidiano).

Confidavo molto in questa denuncia, non tanto per il risarcimento che avrei cercato di ottenere, ma per tentare di contrastare l'orrenda fama che Crespi mi aveva procurato e che ancora oggi, in alcune occasioni, mi mette davanti a situazioni poco piacevoli...

Ma! Ma c'è un MA! Perché oggi, in Italia, querelare qualcuno coi soldi o un giornale, non è atto permesso a tutti: devi avere i dindi, devi avere il tempo e, possibilmente, gli agganci giusti. Cosa che probabilmente persone di rilievo come il nostro Sindaco ed "il Cittadino" hanno, ma io no... Soprattutto soldi e conoscenze, perché io resto pur sempre una persona onesta...

Quindi cosa vengo a sapere dall'avvocato qualche giorno fa? Che la Procura di Bergamo ha deciso di archiviare la mia querela. Andata. Abbandonata. Carta straccia. Immondizia. 'Na mappina.

Insomma, oltre al danno la beffa, ho ricevuto un torto enorme e la "giustizia" se ne strafotte... e chissà cosa sarebbe successo se fossi stato io a scrivere quelle cose su Crespi... Che dire... Sono scoraggiato, sono stanco, sono incazzato...

domenica 1 gennaio 2012

Una bandiera protagonista a Modena

Per accorgersi che l'Italia intera è NO TAV ci vuole davvero poco: basta girare per le città del Paese. La scorsa notte ho partecipato ai festeggiamenti di Capodanno modenesi e la cosa più emozionante, incredibilmente, è stata l'attenzione ed il sincero affetto espressi da chi mi vedeva sventolare un semplice fazzoletto con la scritta rossa "NO TAV".

Si tratta della bandierina che normalmente tengo esposta in auto, che per l'occasione ho portato in piazza ricevendo sguardi di apprezzamento anche da alcuni componenti dei Modena City Ramblers che, cantando "Bella ciao", l'hanno presa, sventolata un po' e poi posizionata sulla spia centrale! :D

Un sacco di compagni provenienti da tutta Italia sono venuti ad abbracciarmi, ad urlare il proprio orgoglio NO TAV ed a ringraziarmi di aver esposto la causa anche in quest'occasione. La bandierina è stata in mano un po' a chiunque, tanta gente voleva sventolarla, fotografarla, cercando sempre di richiamare l'attenzione del cantante e dei musicisti... Ora è in uno stato pietoso, perché ovviamente ha bevuto anche lei lo spumante del brindisi che ci ha letteralmente bagnati da capo a piedi,  ma rimarrà così perché ormai fa parte della sua storia :)

Un banalissimo fazzoletto bianco, una scritta rossa fatta con le tempere in un pomeriggio di sole, l'espressione di un sogno. Ecco cosa è servito per scaldare ulteriormente gli animi già infuocati della gente presente al concerto, a creare piccole amicizie, a far nascere nuove conoscenze, ad unire perfetti estranei in un solo grido: quello del diritto alla giustizia.

Un Capodanno fantastico, vissuto con lo spirito della lotta, affinché sia così ogni giorno che ci aspetta. Un ringraziamento speciale va ai Modena City Ramblers che hanno sostenuto i NO TAV davanti a migliaia di persone.