lunedì 14 maggio 2012

Lavorare in call center in una Repubblica fondata sul lavoro

Il tipico lavoro del giovane italiano è l'addetto ai call center, esso può occuparsi di una gran varietà di impieghi che vanno dalle assistenze alle assicurazioni, dagli help desk alle registrazioni, dalle offerte commerciali alle interviste. Di quest'ultimo caso mi sono occupato io, ponendo a Ramona (nome inventato) qualche informazione in più sul suo lavoro...


Ramona lavora a Lodi, ha ventuno anni e un attestato di qualifica di terza superiore, ma ci tiene a precisare che con lei lavorano circa altre quaranta persone di ogni tipo, dai giovanissimi ai genitori, dai laureandi agli studenti medi in cerca di qualche spicciolo per ripagarsi le tante spese e anche chi un titolo di studio non l'ha. È entrata nel mondo dei call center lo scorso anno, quando un'agenzia a cui aveva lasciato il curriculum l'ha ricontattata per un colloquio presso un'azienda del cremasco, a cui è subito seguito il colloquio finale presso la sede lavorativa.

Il primo contratto ha un termine standard, indipendentemente dal giorno in cui cominci a lavorare, che è il 31 Dicembre, dopodiché devi sperare abbiano ancora bisogno di te e che quindi rinnovino la tua permanenza in azienda; il lavoro consiste nel chiamare telefonicamente un gran numero di persone e proporre interviste di vario genere per conto di aziende terze, la gestione delle telefonate è completamente gestita da un software e l'operatore non deve quindi far altro che avviare e concludere la conversazione.

Ramona ha una bella parlantina, non prende un attimo di fiato mentre racconta, quindi è facile immaginarla con cuffie e microfono a parlare con la gente, eppure il suo mestiere la strema sotto diversi punti di vista, primo di tutti la paga, davvero discutibile: 5 € lordi all'ora, che però viene considerata solamente se vengono effettuate almeno venti chiamate (e ciò, mi spiega, succede sempre), più dai 0,50 a 1,25 € per ogni intervista portata a completamente a termine (questo invece risulta spesso difficile); i turni, che posso essere dalle 9.00 alle 12.45, dalle 14.00 alle 17.45 e dalle 18.00 alle 21.45, vengono distribuiti dal lunedì al venerdì, ma non vengono quasi più comunicati (mentre prima succedeva) ai lavoratori sino al giorno prima, sempre che l'impiego ci sia: Ramona mi spiega infatti che ormai di lavoro che n'è sempre meno, che i turni sono ridotti al minimo e che, di conseguenza, è impossibile pensare di poter campare facendo questo mestiere...

Mi ha aperto la sua agenda e sono rimasto allibito: dal primo dell'anno a fine Aprile non è riuscita a superare i tredici giorni di lavoro al mese e solo in Marzo le è capitato di lavorare per più di quattro ore al giorno.

Altro capitolo estenuante è quello delle condizioni lavorative: dalle pause sulle quali non esiste un minimo di flessibilità alla strumentazione estremamente mal funzionante; cuffie e microfono non dovrebbero essere la prima cosa da tenere sotto controllo? Invece, almeno dove lei lavora, parrebbe proprio di no: addirittura a volte è difficile capire quel che dice l'interlocutore, si sente solo da un orecchio o è necessario arrangiare con mezzi di fortuna le cuffie perché divengano usabili... È importantissimo inoltre ricordarsi che Ramona non ha alcun diritto a ferie o malattia e che, in sintesi, gli straordinari non possono mai essere fatti: se non lavori semplicemente non vieni pagato, poco importa che tu abbia bisogno di riposo, sia malato o che l'azienda quel mese (come ad Agosto) sia chiusa! Il tutto, unito alla paga da fame, immagino anche io debba essere davvero stressante...

Per non parlare della preoccupazione legata alla possibile chiusura dell'azienda: una sede milanese infatti chiuderà i battenti il prossimo Giugno, quindi per i lavoratori lodigiani rimane l'interrogativo del domani, che sembra prospettarsi ancora più difficile del presente.

È complicato terminare questo articolo, quel che c'era da dire è stato detto e spero che Ramona sarà soddisfatta di quel che ho riportato dalla chiacchierata con lei, ma rimangono un sacco di interrogativi: come si può pensare al futuro quando l'offerta lavorativa italiana è questa? Come si può pensare usare le persone in questo modo? È questo il tipo di lavoro a cui il Governo ha detto che dobbiamo abituarci? 

Soprattutto: ci siamo scordati del fatto che la nostra dovrebbe essere una Repubblica fondata sul lavoro?

martedì 8 maggio 2012

Amministritative 2012, considerazioni su Sant'Angelo

Avrebbero portato voti la certezza di un asilo pubblico, di uno spazio in cui i giovani potessero vivere la propria autonomia e la realizzazione di un registro di coppie di fatto? Sì. Prendo questi punti perché, fra quelli che io ho sempre cercato di proporre, sono sempre stati i più criticati.


Un asilo indispensabile, per cui sono stati ignorati i nostri studi di fattibilità ed invece di lavorare su quelli si è deciso di partire da zero e presentare i risultati entro un anno (o due, non ricordo, ma è indifferente). Un asilo che avrebbe fatto risparmiare 100 euro al mese a tantissime famiglie e che avrebbe portato una rivoluzione culturale permettendo di finirla coi finanziamenti alle scuole private quando le pubbliche cadono a pezzi o, peggio ancora, non esistono.

Certo non sarebbe facile ed immediato da ottenere, si potrebbe addirittura rischiare di creare aspettative troppo elevate ma, a questo mondo, chi ha ottenuto tanto si è sempre giocato tutto. Anche io vivo così e fin'ora me la sono cavata, nel bene e nel male...

Giovani in primo piano, è necessario che comincino a ripopolare la città, a prender decisioni, a crearsi le proprie regole, ad essere autonomi ed indipendenti da qualunque ente, associazione religiosa, gruppo politico preconfezionato... Tutti hanno promesso di puntare sui giovani, era ovvio, ma nessuno si è sporto più di tanto dal cornicione; io tempo fa lo feci, insieme ad altri miei coetanei, e siamo anche precipitati, ma l'abbiamo fatto prima di tutto insieme, credendoci, senza mezzo supporto delle istituzioni (che, anzi, ci hanno ostacolato in ogni maniera), spendendo un sacco di soldi e di energie per riuscire, nonostante tutto, a creare un'esperienza di autogestione e crescita molto forte, che ha coinvolto man mano persone in più, che a permesso ad altri giovani di emergere e che ha dato davvero qualcosa non solo a chi era lì ad organizzare e sbattersi, ma anche a chi, da fuori, poteva godere del nostro lavoro in serenità.


Tutto questo sarebbe stato riproducibile, in maniera anche più espansa, col supporto istituzionale ed io non ho dubbi che sarebbe stato un successo straordinario, che avrebbe dato vita alla città, portato gente da fuori e ridisegnato le prospettive di crescita, anche quelle commerciali.

Infine l'istituzione di un registro delle coppie di fatto, che unito ad una revisione completa della questione "alloggi sfitti" e dell'assegnazione delle case popolari avrebbe fatto brillare gli occhi ad un sacco di scontenti, avrebbe reso la vita più facile ad un sacco di coppie non sposate in difficoltà e sarebbe andato a braccetto col proposito (purtroppo non di tutti, ad esempio non di chi ha vinto) di limitare l'espansione edilizia, ricordando alla gente ciò che già esiste in centro città e non solo.


Tutti argomenti difficili (insieme ad altri che non sto ad approfondire), di sicuro, che andrebbero affrontati non solo fra politici, ma soprattutto con la gente, spiegando nel dettaglio, facendo comprendere i veri vantaggi che avrebbero portato, perché si tratta di vantaggi reali, che renderebbero Sant'Angelo davvero più "vivibile, virtuosa", ma soprattutto civile... Senza contare che, secondo me ovviamente, avrebbero portato davvero numerosi voti in più, forse non abbastanza per vincere, ma sicuramente sufficienti per potersi permettere un tipo di opposizione diverso da quello che si prospetta, da parte di tutti, non sto pensando ad una lista specifica...


Per il resto, guardando i numeri, il vincitore effettivo, Domenico Crespi, deve ringraziare solamente la pessima legge elettorale in corso che gli ha permesso di salire in carica prendendo solamente il 32.49% dei voti, mentre viene ignorata la contrarietà del rimanente 67.47% che ha votato altro. Quella del Sindaco è, almeno dal punto di vista morale, una sconfitta bella e buona avendo ricevuto ben 902 voti in meno rispetto alla volta scorsa, evidenziando così uno scontento elevato anche fra i suoi stessi elettori...

E mentre di Carlin ci si poteva aspettare il risultato, la vera sorpresa è stata l'ascesa non indifferente della Lega Nord, in contrasto col resto d'Italia che ha deciso di punirla in seguito agli scandali, e il quarto posto della lista di Luisella Lunghi che, ok, non mi piace, ma non si meritava si prender meno voti del partito più squallido d'Italia. Questo sicuramente è qualcosa su cui riflettere: davvero i santangiolini credono in un partito come quello leghista e, di conseguenza, nei suoi rappresentanti? Chi ha votato Villa sa davvero cos'è e cosa comporta la Lega Nord per l'Indipendenza della Padania? Mi chiedo dove arrivi la preparazione intellettuale e politica degli abitanti di questa città...

Sono preoccupato, fra cinque anni Crespi non si candiderà (e il PDL non esisterà più) e la Lega si è aperta una strada in discesa, potete giurarci!

Concludo con un messaggio a chi ha rifiutato il mio modo di lavorare perché pareva quasi utopia, spero possiate ragionarvi e comprendere perché quelli come me non perdono mai: "Siamo un esercito di sognatori, per questo siamo invincibili" (Subcomandante Marcos, 1994)