L'articolo in questione risale ad oggi, 15 Agosto 2011 e si può trovare qui. L'autore trascrive esplicitamente il nome di due ragazze piemontesi molto attive e pacifiche, che spesso si sono distinte appunto per i loro tentativi di comunicazione verbale con le Forze del cosiddetto Ordine; dopodiché, fra le ultime righe, compaiono anche il mio nome ed il mio cognome, con tanto di indicazioni circa la mia funzione all'interno del movimento:
Ieri infine Digos e carabinieri dei Cacciatori di Calabria hanno bloccato una quarantina di attivisti, guidati da Simone Cavalcanti, un lodigiano in Val Susa da mesi, ormai esperto di sentieri e postazioni. Quasi tutti residenti fuori dal Piemonte. Tra questi, alcuni soggetti con precedenti di polizia per scontri di piazza avvenuti in tutta Italia.I fatti si riferiscono alla sera prima, 14 Agosto 2011 dunque, ma come è possibile che io fossi in Valle a guidare i NOTAV se mi trovavo a S.Angelo Lodigiano? In via Mazzini per l'esattezza. Com'è possibile che ieri sera io abbia dialogato, giocato, scherzato, bevuto e mangiato in compagnia di gente che si trovava a S.Angelo?
Tutti ben sanno che io, seppur con grande tristezza (causata da una lunga serie di motivi), ho lasciato il campeggio chiomontino lo scorso venerdì, percorrendo le solite linee Chiomonte-Torino, Torino-Milano. Lo testimonia anche Facebook.
Ecco l'ennesima dimostrazione dell'attendibilità della stampa italiana; dopo le evidenti pressioni ricevute dalla Digos direttamente in Valle la scorsa settimana, il mio nome finisce su un giornale leggibile online in tutta Italia (e pure all'estero) riportando una grandissima menzogna che potrebbe provocare anche delle ripercussioni nella mia sfera sociale: nel caso io ieri sera avessi rinunciato a qualche impegno cosa penserebbe di me ora la gente coinvolta? Ora si vedrà come reagire, fatto sta che questo non può essere chiamato "giornalismo".