mercoledì 11 maggio 2011

La risposta di "Libera l'Informazione" alle parole di Berlusconi

Da un po' sto completamente ignorando il blog, ma questo lo riporto...


La risposta di "Libera l'Informazione" alle parole di Berlusconi

Ieri pomeriggio, tramite notizie flash e Facebook vi abbiamo riportato alcune affermazioni rilasciate dal Presidente Silvio Berlusconi tramite un video-messaggio su YouTube. Il filmato (potete visualizzarlo qui) dura poco meno di sette minuti e dovrebbe servire da supporto alle prossime elezioni milanesi, ma in realtà si trasforma nel solito miscuglio di fesserie di un vecchietto che, negli ultimi venti anni, altro non ha raccolto se non fallimenti.
È evidente che il Premier abbia dato il meglio di sé nell'elencare una serie di stupidaggini colossali, ma siamo abbastanza certi che i suoi elettori e, chissà, magari anche alcuni elettori della Lega, non vogliano scoprirsi dal paraocchi e intendano credere a tutte le cretinate comunicate nel video. A questo punto abbiamo pensato di provare a dare una contro-risposta almeno alle parti salienti del discorso di Silvio Berlusconi, nella speranza che queste righe vengano diffuse almeno quanto quel video in modo da soddisfare il - tanto sbandierato dal centro-destra - diritto di replica, o contraddittorio che dir si voglia.

Il discorso comincia con la presentazione delle elezioni amministrative, ma noi non ci soffermeremo sulle parole stese in merito al Comune di Milano (o agli altri Comuni interessati), perché solo chi vi abita sarebbe in grado di commentare ed argomentare degnamente; il Presidente parla direttamente all'ascoltatore, si esprime dando del tu, come parlasse ad un amico, scelta sicuramente discutibile, ma di poco rilievo in ciò che andremo ad affrontare...
La prima affermazione degna di nota è certamente questa: "Saremmo tutti meno liberi se la sinistra ritornasse al potere e mettesse in atto i programmi che essa stessa ha annunciato". Come commentare? Difficile farlo, se non chiedendosi come faccia a parlare così il leader di un partito che ha depositato una proposta di legge per eliminare la sovranità popolare, che vuole ritoccare quella voce della Costituzione che impedirebbe di ricostruire il disciolto partito fascista e che sta tentando di censurare i libri di scuola. Un uomo vicino a mafiosi come Marcello Dell'Utri o a dittatori come Mubarak e Gheddafi, un individuo a capo di un Governo che impedisce la libera informazione attraverso la TV pubblica circa i Referendum previsti nel Paese, che caccia dalle trasmissioni i personaggi scomodi, che reprime le manifestazioni popolari pacifiche con la forza, i manganelli ed i lacrimogeni. Insomma, potremmo proseguire all'infinito, rischieremmo di non finire più, quindi continuiamo nella visione del video-messaggio...

Il Presidente continua elencando una piccola lista di nuove tasse che, a suo dire, verrebbero introdotte dalla sinistra (ma ha ancora senso, in Italia e nel 2011, parlare di destra e sinistra?) se questa dovesse andare al Governo e qui sorge una domanda spontanea: davvero il Presidente del Consiglio dei Ministri non si è accorto di tutte le tasse introdotte o aumentate non dalla sinistra, ma proprio dal centro-destra? Davvero non si è accorto che con 10 euro non si riescono a raggiungere nemmeno i sette litri di benzina? Davvero non si è accorto degli aumenti dei costi dell'acqua, dei pedaggi autostradali, dei biglietti ferroviari, dei tabacchi, del canone Rai... Anche qui potrei andare avanti, dato che sono oltre venti le tasse nuove o aumentate dal Governo Berlusconi; ma proseguiamo...
 
Non manca di far riferimento anche alle frontiere, che verrebbero non aperte, ma addirittura spalancate dalla sinistra in modo da poter acquisire i voti degli extracomunitari giunti in Italia. Conclude questa parentesi vantandosi invece del lavoro dell'attuale Governo, che effettivamente si è dimostrato intellettualmente molto elevato: con proposte di fucilazioni dei barconi e rimpatri dei tunisini che lo stesso Berlusconi, parlando alla TV tunisina, aveva invitato a cercare lavoro nel Bel Paese.

Il Primo Ministro parla poi della crisi economica mondiale che ha investito, ovviamente, anche l'Italia, ma che sarebbe stata affrontata meglio che in altri Paesi: lo dimostrano cifre come il 29% di giovani disoccupati, ma potrebbero dimostrarlo anche i lavoratori FIAT, i ricercatori delle Università, gli stagisti, i pensionati e tutti quanti i precari. Lo potrebbero dimostrare le famiglie che ormai vivono di prestiti e finanziamenti, gli uomini e le donne costretti al doppio lavoro... Insomma, il capitale della famiglia Berlusconi è senza dubbio aumentato, quello dei "non-imprenditori" sicuramente no, anzi, è precipitato nel baratro e probabilmente non dal 2008, ma addirittura dall'introduzione incontrollata dell'Euro. "Abbiamo affrontato la crisi senza mettere mai - dico mai - le mani nelle tasche degli italiani" dice lui; in effetti, come mettere le mani nelle tasche di un popolo rimasto in mutande? Benché al quarto minuto di video abbia ormai raggiunto quello che potrebbe sembrare l'apice della buffonaggine, eccolo partire con l'elenco delle riforme che, in qualche modo, avrebbe portato a compimento la sua squadra di Governo: tutte riforme disprezzate dalla maggior parte della popolazione, tutte le riforme che sono state contestate a lungo nelle piazze dell'intera Nazione.

Ma non si ferma, ci tiene a perseguire le brutte figure e va a toccare allora altri due tasti molto dolenti della situazione italiana: i rifiuti a Napoli ed il terremoto in Abruzzo. Per entrambi sostiene di esser intervenuto tempestivamente, ma noi tutti sappiamo che non è affatto vero! Ad oggi Napoli è ancora sommersa dai rifiuti (proprio questa mattina ne abbiamo parlato nelle notizie flash) e per quanto riguarda L'Aquila non verranno stese parole, solo un'immagine risalente a Luglio 2010 (una fra tante fotografie scattate). Se questo è un intervento tempestivo...

Il video si conclude con il solito attacco a Fini, Casini, alle Toghe rosse etc... Nel classico stile incivile del Presidente del Consiglio. Che vogliamo fare? Continuare a credere alle parole di un presunto statista come questo? Noi decisamente no.
(Simone Cavalcanti)

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