lunedì 17 ottobre 2011

La storia del piccolo paese

C'era una volta un piccolo paese...
Nel piccolo paese c'erano le case a sud, la centrale elettrica per dar luce agli abitanti a est, un piccolo museo a nord e ad ovest, in mezzo ai boschi, anche una piccola baita.

Nelle case del piccolo paese vivevano tutti gli abitanti, tranne una famigliola che viveva nella piccola baita, ma che aveva sempre ospiti e riempiva così di gente la valle in cui si trovava il piccolo paese.


Un giorno il sindaco capitalista del piccolo paese, una persona coerente, un uomo tutto d'un pezzo, venne a sapere che dentro la montagna che fiancheggiava il piccolo paese, proprio nei pressi della piccola baita, si trovava un tesoro dal valore inestimabile.


Il piccolo paese però era molto attento all'ambiente, non avrebbe mai potuto permettere che si trivellasse la montagna per trovare il tesoro e il sindaco capitalista lo sapeva, quindi spiegò a tutti che non si sarebbe fatto alcun lavoro del genere, ma che erano state selezionate alcune persone per una semplice perlustrazione nella zona.


Ovviamente la famiglia della piccola baita si oppose ed alle sue lamentele si aggiunsero quelle dei tanti ospiti che la famiglia della piccola baita invitava ogni sera per giocare, mangiare e, qualche volta, passare la notte insieme. Gli ospiti della piccola baita tenevano particolarmente a quel posto e molti decisero di stabilirsi lì. Solo che, la piccola baita, proprio come dice il nome, era piccola, non poteva ospitarli tutti, quindi gli ospiti della piccola baita cominciarono a dormire per terra, poi in giro nei boschi, con delle piccole tende da campeggio, in piccoli sacchi a pelo.


Così il sindaco capitalista del piccolo paese cercò di calmare le acque e spiegò che non c'era da preoccuparsi, se si fosse superato il limite si sarebbe addirittura dimesso.

Un mattino però, gli abitanti della piccola baita vennero svegliati da forti rumori: si alzarono e videro una grande ruspa che distruggeva le loro terre, quando un agente si avvicinò per spiegare con molta gentilezza che il tesoro era diventato una priorità per il sindaco capitalista del piccolo paese e che lo avrebbero cercato proprio dove si trovava la piccola baita. Naturalmente, la famiglia della piccola baita si oppose e con lei anche gli ospiti, ma questa volta si aggiunsero alla protesta anche gli abitanti di tutto il piccolo paese, che divennero a loro volta ospiti della piccola baita.

Ma a nulla servirono le lamentele, dato che vennero recintate con il filo spinato la centrale elettrica, a est ed il piccolo museo a nord. Sui giornali del piccolo paese si annunciò l'inizio dei lavori che avrebbero permesso, nel giro di soli 20 anni, di trovare il tesoro.

La famiglia della piccola baita non capiva, visto che la piccola baita si trovava ad ovest, ma non poteva accettare quel che stava succedendo: le aeree recintate si riempirono di militari con grosse armi, inviati dal sindaco capitalista del piccolo paese, che avevano l'ordine di arrestare tutti gli ospiti della piccola baita che si lamentavano.

Gli ospiti della piccola baita, quelli che dormono in mezzo ai boschi, si lamentavano di continuo e i militari, ogni tanto, sparavo a qualcuno per cercare di spaventare gli altri... Come si dice, colpirne uno per educarne cento.

Tutto ciò costava molto alle casse del piccolo paese,  ma il sindaco capitalista era sicuro che il tesoro avrebbe risolto ogni problema finanziario una volta trovato, iniziò quindi a tagliare i servizi per far fronte alla spesa.

La protesta degli ospiti della piccola baita si faceva sempre più imponente e soprattutto rumorosa. Nonostante fosse pacifica ogni tanto ci scappava il morto, sempre perché ogni tanto qualcuno va punito per questa brutta mania che ha di lamentarsi, ma i giornali del piccolo paese tacevano, anzi, facevano di più: scrivevano che i lavori procedevano bene.

Gli ospiti della piccola baita erano sempre più perplessi perché non era cominciato alcun lavoro: la zona interessata al tesoro era ad ovest e lì vivevano loro, mentre i militari stavano a est e a nord. Ma i giornali assicuravano, anche ai paesi vicini, che i lavori procedevano esattamente secondo i piani.


Un giorno i militari arrestarono una donna, una che viveva nei boschi intorno alla piccola baita dormendo in una piccola tenda, che non solo protestava facendo tanto rumore, ma urlava anche parole fortemente offensive come "diritti umani", "democrazia", "sovranità popolare", "cultura", "costituzione"... Insomma, una donnaccia. Venne processata e finì alla forca, così il sindaco capitalista del piccolo paese poté dimostrare agli altri piccoli paesi che lui sapeva gestire bene la situazione e che potevano fidarsi di lui al punto da donare qualche soldo, ogni tanto, al piccolo paese, così poi si sarebbe potuto dividere il tesoro.


Ma l'arresto non fermò la protesta degli ospiti della piccola baita che invece si distribuirono in tutto il territorio, invasero i piccoli paesi confinanti per spiegare a tutti gli abitanti cosa stava succedendo alla piccola baita.


Nel frattempo la situazione rimaneva stabile: a nord ed est vigilavano i militari, alla piccola baita non cominciava alcun lavoro per la ricerca del tesoro, ogni tanto veniva arrestato o sparato qualcuno, i giornali parlavano di lavori a buon punto ed il sindaco capitalista del piccolo paese si arricchiva con le donazioni dei piccoli paesi confinanti, che teneva tutte per sé.


Il sindaco capitalista del piccolo paese era ormai l'uomo più ricco che ci fosse, raccoglieva soldi da tantissimi piccoli paesi che, a loro volta, dovettero sospendere i servizi ai cittadini ed aumentare le tasse. Il sindaco capitalista del piccolo paese però era felicissimo, ormai nemmeno sapeva cosa farsene di tutti quei soldi, ma a lui piaceva possederli, si sentiva potente e forte.


Gli abitanti di tutti i piccoli paesi confinanti però stavano pian piano comprendendo la protesta degli ospiti della piccola baita e cominciavano anche ad esser disperati perché per cercare il tesoro erano arrivati a pagare tasse altissime e molti non arrivavano a fine mese.


Negli anni a venire la protesta si fece dunque sempre più grande, tutti gli abitanti di tutti i piccoli paesi esistenti erano ormai dalla parte degli ospiti della piccola baita. Anzi, erano diventati a loro volta ospiti della piccola baita. Per tutti i sindaci di tutti i piccoli paesi era ormai difficilissimo mantenere il controllo della situazione, tutti gli abitanti erano in rivolta e per loro era il caos.


Anche alcuni militari, che ormai non venivano nemmeno più pagati per il servizio che prestavano, cominciavano a porsi dalla parte degli ospiti della piccola baita e qualcuno di loro diventò anch'esso un ospite della piccola baita. Ma i giornali, pagati coi soldi dell'ormai ricchissimo sindaco capitalista del piccolo paese, continuavano a parlare di lavori che proseguivano e paragonava le proteste degli ospiti della piccola baita ad atti di terrorismo. Certo, nel piccolo paese ormai era divenuto fuori legge anche solo aprire un libro per studiare, quindi era davvero facile passare per terroristi.


Un giorno, tutti gli abitanti di tutti i piccoli paesi, affamati ed in cerca di diritti,  decisero di raggiungere il sindaco capitalista del piccolo paese per esiliarlo e ristabilire la pace nella zona. Giunti al suo ufficio però non credettero ai loro occhi: una stanza piena di montagne di denaro, banconote ovunque, tutto era fatto di banconote e monete: i tavoli, le sedie, i quadri, i fogli... Nel piccolo bagno dell'ufficio del sindaco capitalista del piccolo paese anche la carta igienica era fatta di banconote di grosso taglio. Ma del sindaco capitalista nessuna traccia.

Lo trovarono tempo dopo, mentre raccoglievano tutte le ricchezze per distribuirle a tutti gli abitanti di tutti i piccoli paesi: era ormai senza vita, affogato sotto una montagna costruita coi suoi stessi soldi, quelli che aveva sottratto a tutti i piccoli paesi confinanti. Ne aveva raccolti così tanti da perderne il controllo e così morì sommerso dalla propria avidità e dal proprio egoismo.


Il piccolo paese distribuì equamente tutti i soldi, così tutti i piccoli paesi confinanti si stabilizzarono, i militari poterono tornare dalle loro famiglie, il piccolo paese riottenne l'accesso alla centrale elettrica ed al piccolo museo e costruirono insieme un nuovo piccolo paese in cui vigeva la legge dell'amore, della fratellanza, della libertà e dell'uguaglianza.


E la famiglia della piccola baita? Continuò a vivere serena in mezzo ai boschi, ospitando ogni giorno decine di amici. Il fantomatico tesoro non venne più cercato. Mai più.

1 commento:

Lario3 ha detto...

Bel post :)

Grazie mille per il commento... CIAO!!!