domenica 16 gennaio 2011

Presente!

Ho in sospeso un post sull'Unità d'Italia e sulla stupidità di festeggiarne i 150 anni, ma in questi giorni ho pensato a lungo alla condizione italiana odierna e come essa si prospetti per il futuro, prossimo e non.
Il Paese è completamente diviso, in tutto: in politica, nelle ideologie, nella cultura... Dal 1948 ad oggi è stato ignorato uno dei punti più importanti all'interno della società, ovvero diffondere conoscenza e ragione; probabilmente ciò non è capitato per caso... Negli ultimi venti anni in particolari i Governi hanno spinto per cambiare lo stile di vita in maniera molto furba: lentamente.
Così pian piano sono aumentati i prezzi, si è ridotta la qualità della vita, sono aumentate le tasse e diminuiti i servizi... Tutto ciò in maniera talmente lenta che alla gente è bastato poco per credere che tutto ciò fosse normale, che sia l'evoluzione; giornali e televisioni hanno accompagnato questa tattica impedendo la diffusione delle informazioni e sostenendo che tutto fosse sempre in regola. La gente è entrata nell'ottica dei Governi che dicon di far di tutto, quindi lo fanno, anche se chiunque alla fine di ogni anno saprebbe tirare le somme del NULLA risolto, migliorato od introdotto dalla Classe Dirigente del Paese.

La Democrazia è inutile se non accompagnata da informazione libera e reale.

Molti Cittadini sono letteralmente scappati, si sono trasferiti all'estero alla ricerca di condizioni ed alternative migliori, di una vita invece che della sopravvivenza... Io sono sempre stato contrario a questo modo di fare perché è importante rimanere nel proprio Paese nel momento del bisogno e collaborare per cambiare realmente le cose, per abbattere i regimi, le mafie ed ogni tipo di malavita organizzata, per partecipare alla lotta che DEVE nascere in un Paese in cui la Democrazia è destinata al patibolo. Ma gli italiani, forti del loro perbenismo e bigottismo, non hanno probabilmente voglia di cambiare, han deciso di accettare il loro stato di sudditi e sono pronti a sacrificare le proprie condizioni di vita da qui a tempo indeterminato; in tanti portano avanti piccole battaglie locali, ma regna la divisione anche qui e le poche volte in cui l'unione riuscirebbe a far davvero la forza, tutti i signorotti che non partecipano a tale unione sono pronti a condannare ogni atto diverso dalla mera parola.

Arrivati a metà Gennaio del secondo decennio del secolo dunque, ho preso una decisione: proverò anche io ad andarmene. Sono stanco, sfiduciato e schifato... Questa società, in cui persino far del bene ti mette in cattiva luce, non fa per me.

In un paio d'anni conto di riuscire ad organizzarmi, sono pronto ad accontentarmi davvero di poco, ma non voglio far parte di un Paese che accetta la Mafia, la corruzione, il razzismo e l'omofobia. Sperate per me...

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