sabato 3 marzo 2012

Non si può fermare un No Tav che protesta!

Questa sera il Cupolone si è trasformato in una stalla: erano presenti, per un evento della Lega Nord, Gibelli, Calderoli e Maroni. Tutto corretto, oggi l'Astem ritirava l'umido...

Maroni sarebbe stato la nostra vittima: l'ex Ministro dell'Interno infatti è responsabile della presenza dei militari in Valle di Susa; li ha inviati la scorsa estate e proprio in questi giorni ha voluto ribadire l'importanza di ciò che ha fatto ed ha insistito affinché non si torni indietro. Il Ministro Cancellieri non si è mostrata per nulla contraria.

Siamo No Tav, amiamo la Valle, ma soprattutto ci rendiamo conto che il problema che abbiamo di fronte va ben oltre un traforo in una montagna piena di amianto, oltre un finto treno veloce, oltre alla spesa di almeno 22 miliardi: è una lotta contro lo sperpero di denaro pubblico, contro le grandi opere inutili, contro le mafie, per la democrazia, la sovranità popolare, il rispetto dei territori e delle persone. Un questione, dunque, che supera notevolmente i confini della Valle di Susa e riguarda davvero tutta la Nazione.

Improvvisiamo dunque, all'ultimo momento, questa contestazione all'ex Ministro, noto per fare il gradasso davanti alle telecamere ribadendo l'importanza della repressione dei violenti nelle manifestazioni quando, guardacaso, può addirittura vantare di un bel precedente per resistenza a pubblico ufficiale, sentenza ribadita in tutti i gradi di giudizio a causa, secondo la Suprema Corte, di "inspiegabili episodi di resistenza attiva (...) e proprio per questo del tutto ingiustificabili".

L'appuntamento è alle ore 21.00 al Cupolone, mi faccio accompagnare in viale Europa, via adiacente a quella dell'edificio in questione, ed aspetto Silvia che non conosce il posto. Mi si avvicinano due persone, agenti in borghese, estraggono il distintivo e mi chiedono i documenti... Porgo la carta d'identità senza fare storie, la prendono e si allontanano, ribadisco di stare vicino a me finché hanno i miei documenti, quindi si fermano.

Mi chiedono di spostarci dall'altra parte della carreggiata, è evidente che vogliono allontanarmi, li seguo e cominciano a farmi domande su domande: che ci fai qui? Sei della Lega? Perché vuoi seguire l'evento? Sono seccato, non rispondo ai singoli quesiti, dico soltanto che sono un cittadino che vuole partecipare ad un evento pubblico ed aperto a tutti. Insistono: fai parte di qualche movimento? Arriva altra gente? Sei in qualche associazione? So dove vogliono arrivare, rispondo senza problemi: "Se è questo che vuole sapere, sì, sono un No Tav!". Non avevo ancora estratto bandiere o altro, ero un comunissimo cittadino, residente proprio a Sant'Angelo e per cambiare argomento dico che voglio provare ad avvicinare Maroni per chiedere le sue scuse per determinati fatti. Una mezza verità, c'era anche quell'intenzione, ma l'ho voluta metter da parte per concentrare l'attenzione alla causa No Tav.

Arriva Damiano, identificano anche lui, ma porgono domande quasi esclusivamente a me, è evidente che sappiano chi sono, mi riportano il documento. Insistono: meglio che non ti avvicini, è inutile, non serve a niente, i media ti hanno dato già tanto spazio (davvero?)... Insisto, se è vero che il servizio d'ordine non mi vuole nel Cupolone, rimane mio diritto attraversare la via dato che è suolo pubblico, quindi non devono impedirmelo, ma sono in sei, noi in tre, dato che nel frattempo è arrivata Silvia, sfondare è impensabile, anche perché ne giravano tanti altri in borghese e più avanti c'erano pure parecchi carabinieri... Alcune persone si avvicinano, si accorgono del comportamento scorretto riservatoci da chi dovrebbe garantire i nostri diritti e chiedono di lasciarci stare; inutile.

Rimaniamo circa un'ora a discutere sul fatto che non hanno il diritto di impedirmi l'accesso alla strada, si giustificano parlando di ordine pubblico, non smettono di ripetere che la mia presenza potrebbe creare disagio, ma soprattutto reazione da parte dei leghisti se dovessi essere riconosciuto. Provo a spiegare che in quel caso allora sarebbero loro a violare l'ordine pubblico e dunque saremmo noi quelli da proteggere, non loro, ma è come parlare al vento... Dopo un po' ci incazziamo, nemmeno la telefonata all'avvocato, che conferma i nostri diritti, serve a smuoverli, alziamo anche la voce e concludiamo avvertendoli: se non ci fate passare così, da semplici cittadini, torniamo a casa, prendiamo il materiale e torniamo come contestatori.

Detto, fatto! Ce ne andiamo e dopo un po' torniamo con le bandiere a mo' di mantellina ed un lenzuolino con la scritta "No Tav"; ci presentiamo arrivando dalla parte opposta della via, troppo stupidi per immaginare che saremmo arrivati da lì?

Arriviamo e gli agenti che ci vedono chiamano altri colleghi per raggiungerci, ma noi stendiamo la bandiera a terra e ci posizioniamo. Ormai siamo arrivati, loro si son rotti le palle di starci dietro, capiscono che non possono fermarci ed insisteremo sino alla fine, quindi ci lasciano fare, ma serrano l'ingresso del Cupolone in DODICI e ci tengono d'occhio.

Maroni spara qualche stronzata, parla di essere soli, ma con gli elettori, quindi capisco che è il mio turno ed alzo la voce: "Siete soli con i vostri militari in Val di Susa! Avete mandato l'esercito contro la povera gente!". Si nota agitazione fra gli agenti, ma non fanno nulla, ogni tanto si danno il cambio, manco fossero lì da ore... Insisto con le mie parole, nel giardino del Cupolone c'è parecchia gente, ormai si sono accorti di noi e molti si avvicinano. La Digos (ma era Digos?) si mette davanti a noi con un'auto, noi non ci muoviamo.

Purtroppo l'evento finisce dopo poco tempo, intorno a noi si intensifica la presenza di Forze dell'Ordine mentre la gente esce, anche volendo siamo solo in due e non possiamo fare stronzate... Il Maresciallo dell'Arma di Sant'Angelo, gentilissimo come sempre, ci fa sapere che i politici usciranno proprio da quell'ingresso e quindi noi aspettiamo: quando sta arrivando l'auto si Calderoli, l'autista fa ripetutamente i fari per avvisare, noi alziamo la bandiera No Tav e urlo: "I territori sono di chi li vive! I Valsusini non vi vogliono!"; il Senatore, che aveva il finestrino abbassato e ci guardava schifato, mormora qualcosa, ma non capisco, ha comunque detto la parola "No Tav". L'auto di Maroni invece era tutta oscurata, quindi non possiamo conoscere quale sia stata la sua reazione...

Comunque ci è stata fatta qualche foto ed un giovanissimo giornalista ci ha posto domande, dunque la nostra piccola azione non è stata vana. Siamo molto soddisfatti perché in numero assolutamente esiguo siamo riusciti ad ottenere ciò che volevamo: ricordare la causa No Tav, ricordare le colpe di Maroni, mostrarci senza vergogna agli occhi di due pessimi politici.

Per la Valle, per Luca, per gli arrestati, per i feriti, per chi ha ricevuto fogli di via, per chi lotta. Per l'Italia.

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